05 PERALBA per via normale nord-est
L’itinerario descritto è la notissima via normale nord-est. A proposito dello strepitoso panorama che la cima regala ecco cosa scriveva Ettore Castiglioni nella sua guida Alpi Carniche “Il panorama ch’essa offre si estende su tutta la Catena Carnica principale fino ai massicci delle Giulie, verso il Sernio e le vallate carniche fino alle colline del Friuli, verso la vicina sfilata di torri del Rinaldo, fino alla catena del Siera, dei Clap e delle Terze e fino al Cridola e alle Prealpi Carniche; verso le Dolomiti del Cadore, dell’Agordino e di Fassa, fino all’Antelao, al Pelmo, alle Marmarole, al Sorapis, alla Marmolada, al Catinaccio, alle Tofane, al Cristallo, al Popèra, alla Croda dei Toni e ai Tre Scarperi e, a N, verso tutta la catena delle Alpi del Gail e le catene delle Aurine e dei Tauri, dal Gran Pilastro alla Vetta d’Italia e dal Gross Venediger al Gross Glockner e all’Ankogel”. Non c’è quindi da stupirsi se la salita per questo percorso sia talvolta assimilabile ad una processione che toglie fascino all’ambiente, costituendo altresì, in certi tratti, anche un certo rischio per chi vi si avventura. Infatti, nonostante i continui passaggi, nella parte medio-alta il materiale instabile continua ad essere piuttosto abbondante e pericoloso, specialmente quando a salire sono persone impreparate sotto ogni punto di vista. Grosse difficoltà non ce ne sono, bisogna tuttavia prestare una certa attenzione sulla quinta rocciosa iniziale e sulle roccette friabili del canale attrezzato che porta in cresta, la quale è abbastanza esposta e deve essere percorsa con prudenza per la presenza di detrito. Si consiglia l’itinerario a quanti possiedono un discreto grado di allenamento, passo fermo ed esperienza di montagna.
Autore: © Giovanni Borella
Safety information
Difficoltà: EE
* si tratta di vie che presentano brevi tratti di 1° o singoli passaggi di 1°+ e che si articolano spesso in ambiente isolato e/o severo
Segnavia: bolli rossi
Ore dal rifugio Calvi : salita 1,45-2,15 discesa 1,00-1,15 totale 2,45 - 3,30
Ore dal bivio : salita 2,30-3,15 discesa 1,20-1,45 totale 3,50 - 5,00
SCALA DELLE DIFFICOLTÀ
Nella scheda tecnica di ciascun itinerario sono presenti le sigle comunemente utilizzate nelle guide di montagna (T- E - EE- EEA - A). Alcuni itinerari possono avere una doppia sigla (es: T/E oppure E/EE) in quanto presentano le caratteristiche di entrambe le categorie
T (turistico) indica itinerari quasi sempre brevi e facili che si articolano su stradine forestali e/o sentieri ben segnalati o comunque evidenti che non richiedono particolare allenamento
E (escursionistico) indica percorsi, anche piuttosto lunghi, che si snodano su mulattiere e/o sentieri spesso sopra i 2000 metri, evidenti ma non sempre con bolli segnavia. Non hanno difficoltà di rilievo, ma talora possono presentare qualche tratto o singolo passaggio un po’ esposto o malagevole. Sono richiesti equipaggiamento adeguato, un minimo di esperienza e allenamento
EE (per escursionisti esperti) indica itinerari generalmente a quote superiori ai 2000 metri, che si possono articolare su terreno infido e/o in zone impervie, sono caratterizzati spesso da passaggi o tratti esposti e/o attrezzati, talora su roccette con difficoltà di 1° grado. Richiedono esperienza, passo sicuro, senso dell’orientamento, buon equipaggiamento, preparazione psico-fisica.
EEA (per escursionisti esperti con attrezzatura) indica percorsi attrezzati con funi metalliche, staffe, scalette. L’esposizione è quasi sempre costante. Sono obbligatori esperienza, allenamento e adeguato equipaggiamento comprendente casco e set da ferrata. Utili i guanti.
A (per alpinisti) indica itinerari di roccia che portano alle vette con basse difficoltà alpinistiche (1°/2° grado). Richiedono capacità tecniche, buona esperienza, preparazione fisica, equipaggiamento idoneo (casco, qualche cordino, sempre utile anche uno spezzone di corda di 20-30 metri)
Tips and hints
AVVERTENZE
- Le informazioni sotto riportate non possono essere considerate sostitutive della presenza di una guida alpina professionista
- La montagna è un ambiente meraviglioso ma non esente da rischi, va quindi avvicinato sempre con la massima prudenza
- Nelle Avvertenze delle Guide dei Monti d’Italia C.A.I./T.C.I. si legge che la classificazione delle difficoltà “rimane essenzialmente indicativa e va considerata come tale”, trattandosi di un elemento soggettivo. Questo vale anche per gli itinerari proposti nel sito
- La classificazione delle difficoltà e i tempi di percorrenza vanno riferiti ad un escursionista/alpinista di livello medio riguardo ad allenamento, esperienza, abilità, allenamento
- Nell’intraprendere un determinato percorso si valutino bene le difficoltà, le proprie capacità e il proprio grado di allenamento
- Prima di affrontare un itinerario (che non sia una passeggiata di breve durata) è buona norma: 1) consultare il Dolomiti Meteo dell'Arpav, collegandosi al sito http://www.arpa.veneto.it o chiamando il numero 049 8239399 (Opzione 2). Il bollettino, a differenza dei bollettini meteo nazionali, offre una previsione locale piuttosto affidabile. 2) assumere informazioni presso l’Ufficio Turistico, la locale sezione del C.A.I., le guide alpine, i gestori dei rifugi. Infatti lo stato di percorribilità di un itinerario e il suo livello di difficoltà possono andare incontro a significative variazioni anche in uno spazio di tempo assai limitato a causa di eventi naturali (frane, condizioni meteo sfavorevoli) e/o di situazioni contingenti (deterioramento dei segnavia, delle attrezzature fisse, presenza di nevai residui, ecc.)
- Il cellulare può offrire un’erronea sensazione di sicurezza, perché si deve tener presente che vi sono zone prive di copertura telefonica
- Nel malaugurato caso di incidente, malore, impossibilità a proseguire, contattare solo e esclusivamente il SUEM 118
Start
Destination
Turn-by-turn directions
Con l’itinerario 24 della sezione Passeggiate portarsi al rifugio Calvi e poi con il 34 della sezione Escursioni al passo Sesis. Qui si abbandona il sentiero che punta in piano verso il passo dell’Oregone, salendo invece a sinistra per una traccia (grande scritta “Monte Peralba” e freccia su un masso) che prima rimonta a tornantini un pendio detritico, poi prosegue in leggera diagonale verso una ripida quinta rocciosa che si supera (1° con un pass. di 1°+) più facilmente del previsto. Guidati dagli abbondanti segnavia si continua sulla sinistra zigzagando lungamente per gradoni e sfasciumi puntando ad un marcato canale all’inizio alquanto appoggiato, indi via via più erto ed infido per il tipo di roccia a scaglie e per la presenza di pietre instabili (le attrezzature fisse di cui è dotato possono risultare utili più che altro in caso di forte innevamento a inizio stagione). Lo si risale interamente (pass. di 1°) fino alla forcelletta di cresta. Si procede ora a destra per il sentierino che si destreggia in leggera salita tra le rocce sotto cresta fino alla superba vetta.
Ritorno
Il rientro avviene per lo stesso itinerario o per il 6 di questa sezione
Autore: © Giovanni Borella
Note
Coordinates
Book recommendation by the author
© Tratto dalla Guida "Sappada, dai sentieri alle vette" di Giovanni Borella , edita dalla casa editrice CO.EL.
Giovanni Borella Nato a Belluno, vi ha vissuto sino alle soglie dell'adolescenza. Si è successivamente trasferito a Padova, dove ancora risiede, frequentando la locale Università e conseguendo la laurea in Lettere Antiche che lo ha portato a esercitare l'insegnamento per qualche decennio. Escursionista prima, alpinista poi, ha compiuto numerose ascensioni sia nei più noti gruppi dolomitici sia in particolare sui monti di Sappada, che frequenta da moltissimi anni d'estate e d'inverno e dove ha anche aperto vie nuove e ripetuto altre in solitaria. Ha pubblicato tre guide: "Sui sentieri del sole" ed. Mediterranee 1995 in qualità di coautore, "Sappada, dai sentieri alle vette" editrice Co.El. 2002, "Dolomiti del Comelico" Linteditoriale 2010.
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